Per conoscere gli antenati del mandolino dobbiamo risalire ai greci
e alla lira. Questa originariamente era costituita da un guscio di
testuggine sulla cui cavità era tesa una membrana di pelle per ottenere
una cassa di risonanza; da un'estremità all'altra del guscio erano ben tese
le corde che venivano pizzicate.
Dalla lira si passa alla cetra, strumento già in legno; in questo caso il suonatore
pizzicava le corde con la mano sinistra per accompagnare il canto, mentre
le faceva vibrare con il plettro (a quei tempi una scheggia d'osso) quando, nelle pause del canto, voleva che fosse dominante il suono, ossia nell'interludio.
Nei secoli vi è stata una continua evoluzione fino ad arrivare al liuto (più simile all'attuale mandolino ); esso si presenta già con una cassa convessa fatta da striscioline di legno. Proprio il liuto, insieme
alla mandola, accompagnerà menestrelli e cantastorie (eredi degli antichi "trovatori") rallegrando sagre e feste.
La maggiore diffusione del mandolino si ebbe nel '700, tanto che venne utilizzato dallo stesso Vivaldi, che compose molta musica per esso.